
Elena Ceste e i dubbi della criminologa Roberta Sacchi: “Davvero il caso è chiuso?”
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Il caso di Elena Ceste è davvero chiuso? La criminologa e psicologa forense Roberta Sacchi racconta al giallista Rino Casazza un altro caso criminale la cui soluzione giudiziaria è insoddisfacente: quello della morte della casalinga astigiana, per il quale la giustizia ha ritenuto colpevole, com’è noto, il marito Michele Buoninconti. Un’ipotesi plausibile. Ma siamo certi che corrisponda agli elementi di prova raccolti che, per portare a una condanna, devono essere chiari ed univoci “al di là di ogni ragionevole dubbio”? Nel caso di Elena Ceste c’è una vistosa incongruenza: le perizie necroscopiche non hanno individuato segno alcuno di violenza omicida sul cadavere. Dunque, non può essere escluso che Elena Ceste sia deceduta per assideramento dopo essersi avventurata nuda, in inverno, nelle campagne vicino alla sua abitazione . Ovviamente che qualcuno commetta una simile sconsideratezza va considerato singolare e dunque sospetto. Roberta Sacchi ci aiuta ad inquadrare i motivi che - secondo le consolidate conoscenze psichiatriche, suffragate nel caso di specie da approfondite valutazioni sulla personalità di entrambi i protagonisti della vicenda e messe nero su bianco nelle perizie disposte dall’autorità giudiziaria - portano a ritenere verosimile che la donna abbia messo a repentaglio la propria vita, con esito tragico, in preda a un delirio psicotico.