
Potrei indignarmi anch'io. Prima però capiamo cosa si intende IN DIRITTO con il termine CRUDELTÀ
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In questo contenuto affronto un tema giuridicamente complesso ma fondamentale per comprendere il funzionamento del processo penale: l’aggravante della crudeltà. A partire dal caso della condanna di Filippo Turetta, analizzio perché la Corte d’Assise ha deciso di non applicare questa aggravante, nonostante l’efferatezza dei fatti. Provo a far comprendere la differenza tra il concetto comune di crudeltà e quello tecnico-giuridico previsto dal nostro ordinamento, e spiego perché la legge richiede, per l’applicazione dell’aggravante, la prova di una volontà autonoma e consapevole di infliggere sofferenze ulteriori. È un invito a riflettere su come la giustizia penale, per garantire equità e rigore, debba sempre muoversi secondo diritto e non sulla base dell’indignazione collettiva.