
Garlasco, FRANCESCO PIRAS, la TEORIA spiegata semplice (e cosa non funziona)
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⭐⭐ Offerta INCOGNI: https://www.incogni.com/gianca ⚠️⚠️ SUPPORTO DIRETTO, diventa SPONSOR delle mie scuse a PIRAS (vi ringrazio nei commenti!): https://www.gianca.net/go Vuoi sapere quando esce un nuovo episodio? Ti scrivo facile facile su WhatsApp e Telegram ➡ https://www.gianca.net/whatsapp ➡ https://www.gianca.net/telegram 00:00:00 Francesco Piras su Garlasco 00:11:50 Perché Francesco Piras sbaglia 00:31:00 gianca, Don Alemanno e Coso su Francesco Piras In questo video analizziamo e smontiamo una delle piste più controverse portate avanti da Francesco Piras sul caso di Garlasco, una teoria che negli ultimi mesi ha acceso il dibattito online e generato discussioni infinite tra appassionati di true crime, curiosi e spettatori del suo canale. Il punto di partenza è la famigerata canzone “Ocsalrag”, caricata nel 2008 su YouTube da un musicista metal, poi resa privata dallo stesso autore. Piras, in uno dei suoi video, ha collegato questo brano direttamente alla vicenda di Chiara Poggi e alla sua tragica morte a Garlasco il 13 agosto 2007, sostenendo che al suo interno ci sarebbero messaggi nascosti, “strati su strati” di frasi occulte in diverse lingue. Il problema, e qui nasce il cuore della nostra critica, è che il metodo usato da Francesco Piras non è scientificamente attendibile. Per arrivare a quelle conclusioni, infatti, si è servito di CapCut, un software di editing video che offre la funzione di sottotitoli e traduzione automatica. Ma CapCut non “scopre” messaggi segreti: semplicemente riconosce suoni e li adatta, per assonanza, a parole di una lingua preimpostata. Se inseriamo in CapCut un audio fatto di suoni casuali o di una lingua inventata, il programma genererà comunque dei sottotitoli “credibili” nella lingua scelta. È un meccanismo di stima, non una decodifica. Di conseguenza, quando Piras mostra i sottotitoli di Ocsalrag in italiano, inglese, giapponese o altre lingue, non sta rivelando messaggi nascosti dagli autori: sta solo leggendo una trascrizione automatica generata da un algoritmo che lavora per somiglianza sonora. Questo è un classico esempio di pareidolia linguistica, cioè la tendenza a vedere o sentire significati precisi dove in realtà ci sono solo rumori o suoni senza senso. Nel nostro video vi mostriamo concretamente come funziona CapCut, con esempi pratici: caricando audio inventati o rumori indistinti, il software genera comunque frasi in russo, italiano o giapponese, a seconda della lingua impostata. Questo dimostra che l’intera costruzione teorica di Piras sulla canzone Ocsalrag non regge, perché si basa su un errore metodologico evidente. Il nostro obiettivo non è attaccare personalmente Francesco Piras, ma chiarire al pubblico che il caso di Garlasco è già stato oggetto di indagini, processi e perizie complesse, e che non si può ridurre tutto a un software di traduzione automatica. Diffondere interpretazioni non verificate rischia di alimentare confusione e di spostare l’attenzione dalle vere questioni ancora aperte della vicenda giudiziaria. Se siete interessati ad approfondire il caso Poggi–Stasi, le ricostruzioni processuali e i tanti dubbi che ancora circondano la vicenda di Garlasco, sul nostro canale trovate altre analisi, documenti, interviste e approfondimenti seri, basati su fonti verificabili. Lasciate un commento con la vostra opinione su questo tema: credete che la pista di Piras abbia senso, o pensate anche voi che sia frutto di un’interpretazione forzata? 👉 Iscrivetevi al canale per non perdere i prossimi contenuti su Francesco Piras, Garlasco e altri casi di cronaca che hanno segnato l’Italia.