
a TIANJIN si celebra la VITTORIA dell’EURASIA. Nasce un’altra BANCA contro il DOLLARO
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in occidente in molti hanno spesso parlato della SCO come di un "luogo di chiacchiere", e alcuni hanno addirittura ipotizzato che potrebbe essere costretta a sciogliersi a causa della sua "inazione" pur non essendo del tutto infondate, queste critiche fanno parte di una guerra ibrida combattuta su tutti i livelli per cercare di ostacolare il consolidamento di questa organizzazione regionale multilaterale una guerra che ha radici lontane la fondazione ufficiale della SCO risale al 15 giugno 2001 4 mesi dopo ha inizio l’operazione “enduring freedom”, con la devasstante campagna di bombardamenti dell’Afghanistan da parte di USA e Regno Unito negli anni successivi, numerosi analisti, in particolare russi e cinesi, hanno sottolineato questa strana coincidenza temporale senza voler trovare un nesso diretto di causa-effetto, sicuramente gli USA da allora hanno fatto tutto quello che era in loro potere per ostacolare la regionalizzazione della gestione della sicurezza in Asia Centrale, e fomentare le divisioni interne per continuare ad affermare il loro ruolo di poliziotto globale date le premesse, che 24 anni dalla sua fondazione la SCO non solo continui ad esistere, ma coinvolga sempre più paesi e allarghi continuamente le sue competenze, è già di per se una piccola sconfitta per Washington che in questa particolare fase storica però sembra assumere proprio i toni di una vera e propria debacle che picchia dove il dente più duole: la fine dell’egemonia del dollaro, e la costruzione di alternative al monopolio USA sull’architettura finanziaria globale Pechino infatti ha ufficialmente annunciato che i membri della SCO avrebbero deciso di dare vita a una nuova Banca di Sviluppo, indispensabile per rafforzare le relazioni economiche regionali, ed emanciparsi dalla dittatura del biglietto verde ne parliamo con Alessandro Visalli (autore, tra l’altro, di “capitalismo e transizione multipolare”) e Alberto Bradanini (ex ambasciatore italiano a Teheran e Pechino)