
Gondola®: muoversi oltre il Parkinson 24.02.2020
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Si chiama GONDOLA, la nuova terapia per i disturbi del cammino come Parkinson, ictus. La terapia è stata scoperta nel 1997 dal neuroriabilitatore Dott. Stefano Tassin, che ha messo a punto un dispositivo medico in gradi di sviluppare una stimolazione meccanica del sistema periferico, il quale manda un segnale al cervello attivando alcune aree coinvolte nel movimento e portando così beneficio su sintomi del cammino quali blocchi motori, bradicinesia, freezing della marcia. Inizialmente la terapia veniva eseguita manualmente dal Dott. Tassin, finché nel 2012 assieme a un team di progettisti, si è riusciti a sviluppare un dispositivo in grado di erogarla autonomamente. In questo modo, successivamente a una configurazione iniziale da parte di un operatore specializzato, il paziente poteva continuare il trattamento in autonomia a casa propria. Diversi studi clinici hanno confermato l’efficacia della terapia GONDOLA. Grazie allo sviluppo del dispositivo GONDOLA è stato possibile anche avviare studi clinici indipendenti che indagassero in maniera più approfondita l’efficacia e il funzionamento della terapia. In questa ricerca clinica sono stati studiati 11 pazienti con Parkinson idiopatico; i criteri di misurazione, oltre ai parametri clinici standard, hanno incluso l’uso della Connettività Funzionale a Riposo (Resting State Functional Connectivity “RFSC”) prima e dopo la terapia AMPS; lo studio è stato effettuato con controllo placebo in crossover, quindi sottoponendo tutti i pazienti coinvolti sia ad una stimolazione efficace che – in un momento differente – ad una stimolazione simile ma non efficace (placebo), cioè effettuata con parametri differenti dalla AMPS, sempre utilizzando il medesimo dispositivo medico. I risultati dello studio evidenziano che il trattamento AMPS è efficace ed induce, nei pazienti con Parkinson, un incremento di connettività funzionale di importanti aree cerebrali, mentre la stimolazione placebo non mostra di avere alcun beneficio. In particolare, i risultati mostrano che l’AMPS consente una migliore attivazione di regioni cerebrali coinvolte nella gestione delle attività visuo-spaziali e nell’integrazione sensori-motoria. Questi importanti risultati possono aiutare a spiegare i benefici clinici ottenuti dai pazienti dopo il trattamento AMPS, e in particolare, i miglioramenti nell’iniziativa motoria e nella capacità di movimento, e l’efficacia anche su sintomi debilitanti e difficili da trattare quali il Freezing della marcia (Freezing of Gait) e le acinesie (blocchi motori prolungati); questi ultimi sintomi sono caratteristici delle fasi intermedia ed avanzata della malattia, e risultano molto invalidanti e di difficile gestione, creando difficoltà anche per il nucleo familiare del paziente. Lo studio, disegnato da Dott.ssa Maria Francesca De Pandis del centro Parkinson Ospedale San Raffaele di Cassino, condotto dal Dott. Carlo Quattrocchi dell’Università Campus Biomedico di Roma e coordinato da Prof. Fabrizio Stocchi dell’IRCCS San Raffaele Pisana – Tosinvest, ha visto coinvolto un team interdisciplinare che, oltre ai clinici del Campus Biomedico e del San Raffaele, ha incluso anche il Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria (DEIB) del Politecnico di Milano. La terapia, così come il dispositivo medico GONDOLA che ne permette l’autoerogazione sono stati sviluppati dalla società biotecnologica svizzera Gondola Medical Technologies SA. Per informazioni Gondola Medical Technologies SA www.gondola-parkinson.com info@gondola.org tel. 02 97070 465